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Speciale Lirica - I Compositori
PUCCINI GIACOMO - Italia (Lucca 1858-Bruxelles 1924)

Nacque a Lucca il 22 dicembre 1858, ultimo di una dinastia di musicisti. Il padre Michele morì quando Giacomo aveva sei anni, lasciando la famiglia in estrema povertà. Visse la giovinezza tra la casa di Lucca e quella di Celle, manifestando subito un'indole esuberante e ribelle che tanto preoccupava mamma Albina. A nove anni seminarista in San Michele e poi nel duomo di San Martino, è fanciullo cantore e quindi buon organista. Le sue prime composizioni furono per organo e per le funzioni sacre, ma la "tonaca" non era fatta per lui che preferiva suonare il piano nelle taverne di Lucca e dintorni. Frequentò l'Istituto musicale "Pacini" ed il maestro Angeloni, intuendone il talento, alimentò nell'allievo la passione per la musica. Dopo la famosa "scarpinata" (11 marzo 1876) da Lucca a Pisa per assistere ad una recita di Aida, decise di dedicarsi interamente al teatro dell'opera. "Voglio entrare in Conservatorio", aveva detto alla mamma. Così alla fine del 1880, grazie ad un sussidio, entrò nel Conservatorio di Milano, sotto la guida di Bazzini e Ponchielli, diplomandosi nel 1883 con una composizione intitolata Capriccio Sinfonico. Il soggiorno milanese fu fondamentale per il giovane Puccini, a contatto con il mondo musicale milanese e con gli ambienti della Scapigliatura di cui Arrigo Boito era uno dei massimi esponenti. Nel 1885 conobbe a Lucca Elvira Bonturi, moglie dell'amico Gemignani e madre di Renato e Fosca. Fu, tra alterne vicende, il grande amore della sua vita. Nel 1886 Elvira lasciò il marito e seguì Puccini a Milano, portandosi dietro solo la piccola Fosca.Da Milano il trasferimento a Monza dove, il 23 dicembre, nacque il figlio Antonio. Assediato dai creditori non abbandonò i suoi progetti e la stessa Elvira contribuì alla loro sopravivenza impiegandosi presso i fratelli Bocconi. Puccini la sposerà nel 1904, dopo la morte del di lei marito. Fondamentale fu la fiducia che l'editore Giulio Ricordi ripose in lui. Dopo il buon esito de Le Villi (Milano, 1884) messa in scena grazie al contributo di un gruppo di amici, tra cui Arrigo Boito, Fontana e lo stesso Ricordi, malgrado l'insuccesso di Edgar (Milano, aprile 1889) l'editore continuò a credere nel giovane Puccini e finalmente con Manon Lescaut (Torino, febbraio 1893) arrivarono il successo, la notorietà e il sospirato benessere. Già nel 1891 Puccini aveva stabilito la sua residenza a Torre del Lago. Vi era stato nel 1886 e se ne era innamorato. Fu la casa più amata e lì, sulle rive del lago, incastonato come un gioiello tra l'azzurro del Tirreno e le verdi colline ai piedi delle Apuane, scrisse la maggior parte delle sue opere: La Bohème (Torino, febbraio 1896), Tosca (Roma, gennaio 1900), Madama Butterfly (Milano, febbraio 1904). Ormai Puccini era famoso in tutto il mondo e numerosi furono i viaggi per seguire le due "creature" in tutta Europa ed America: La Fanciulla del West (New York, dicembre 1910), La Rondine (Montecarlo, marzo 1917), commissionata a Puccini dagli impresari viennesi Eibenschuts e Bert come operetta e divenuta poi un'opera vera e propria. Il Trittico (New York, dicembre 1918) fino all'ultima grande fatica Turandot, rimasta incompiuta per la morte del maestro avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924, e terminata da Franco Alfano. L'opera fu rappresentata postuma alla Scala il 25 aprile 1926 sotto la direzione di Toscanini che interruppe l'esecuzione nel momento della morte di Liù, come estremo omaggio alla musica di Giacomo Puccini.

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