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Speciale Festival di Sanremo - Rubriche
STORIA DEL CINEMA

Articolo scritto da GIORGIO SIMONI




All' inizio il cinema era muto.
La prima proiezione pubblica cinematografica avvenne il 28 Dicembre 1895, nel "Cinematographe Lumiere". Le differenze con le proiezioni a cui assistiamo oggi erano parecchie: la velocit? di proiezione (16 fotogrammi al secondo contro i 24 standard della pellicola 35 mm usata oggi, con il conseguente sfarfallio dell'immagine) gli schermi cinematografici non molto ampi, e, soprattutto, la mancanza del sonoro.
Al massimo, se la produzione era ricca, veniva steso su commissione uno spartito da far suonare al pianista della sala ove il film fosse stato proiettato.
Il 6 Agosto 1926, al "Warner Theater" di New York, fu presentato al pubblico il primo film ad avere un sonoro tutto suo, Don Juan con John Barrymore, che utilizzava il sistema Vitaphone sviluppato da una societ? facente parte del gruppo della Bell, la Western. Attenzione, per?, perch? Don Juan era s? un film sonoro, ma non parlato, in quanto conteneva solo musica e qualche effetto sonoro. Bisogn? attendere ancora sei mesi per avere il primo film parlato, sempre utilizzante il sistema Vitaphone: il film era The Jazz Singer, e fu presentato al pubblico il 23 gennaio 1927.
Il sistema Vitaphone, primo vero sistema usato commercialmente nei cinematografi, utilizzava una speciale macchina da proiezione collegata meccanicamente con un giradischi che viaggiava a 33 giri al secondo, assicurando l'audio per 300 metri di pellicola. In realt? il sistema era un perfezionamento di uno pi? vecchio, utilizzato dalla Gaumont agli albori della sperimentazione del sonoro nel cinema, ma le differenze tra i due sistemi erano parecchie: il sistema francese utilizzava un collegamento elettrico per il sincronismo tra immagini e suono, che collegava tra di loro la macchina da proiezione ed il grammofono che riproduceva il sonoro, amplificato con le trombe proprie dell'antenato del giradischi; il sistema della Western, invece (visto che all'epoca del Vitaphone erano state inventate oramai le valvole termoioniche), aveva un sistema di amplificazione elettronico, utilizzante altoparlanti di buona qualit?, e il collegamento macchina-giradischi era di tipo meccanico, molto pi? affidabile per l'epoca. Il principale difetto del Vitaphone (e del suo predecessore Gaumont), era il sincronismo con il sonoro: infatti, se il proiezionista si fosse trovato costretto a togliere anche un solo fotogramma al film, l'immagine non sarebbe pi? stata sincronizzata con il suono. Portando avanti delle ricerche iniziate da un certo Eugene Lauste, che nel 1906 cre? la prima colonna ottica (ma che viaggiava a parte dal film) e di un certo De Forest, che invent? il primo sistema di colonna ottica stampata insieme alle immagini (perfezionato poi nel sistema Movietone adottato dalla 20th Century Fox), la Western mise a punto un nuovo sistema, presentato per la prima volta con il film Intolerance di D.W. Griffith (1916 - ed. sonora 1929). Alcuni problemi, per?, riguardavano la stampa della colonna ottica, poich? essa doveva avvenire su un tipo di pellicola caratterizzata da un minore contrasto, comportando la stampa di suono e immagini su pellicole separate. Contemporaneamente, in Europa, un gruppo di inventori tedeschi svilupp? il sistema, molto simile all'attuale, con una cellula di Kerr, sensibile ai cambiamenti di luce: il Klangfilm vide la luce con il primo film sonoro europeo, nientemeno che L'angelo azzurro. La svolta fu data dall'RCA che in un suo sistema semplific? il tutto, utilizzando una semplice cellula solare (o fotoelettrica), che leggeva e interpretava le variazioni di densit? di una speciale colonna denominata appunto "a densit? variabile", trasformandole in segnali elettrici che, opportunamente amplificati e indirizzati ad unaltoparlante, davano origine al sonoro.

Dopo il sonoro, fu il sonoro stereofonico
Dopo vari esperimenti di stereofonia nel cinema (il Napoleon di Abel Gance, che nel 1935 il regista rielabor? nella parte audio, dotandolo di sonoro stereofonico), il primo tentativo commerciale fu intrapreso nel 1942 con Fantasia, celebre opera di Walt Disney: il sistema Fantasound aveva 4 canali audio ottici (registrati su una pellicola separata che viaggiava in sync con quella delle immagine), 3 dietro lo schermo e uno di controllo.
Con l'allargarsi dei formati della pellicola e la crescente spettacolarit? dei film anche il sonoro si adegua: il Cinerama (1952) utilizzava una colonna sonora multicanale magnetica a 7 piste, (sinistro, mediosinistro, centro, mediodestro, destro, surround sinistro e surround destro) mentre il Cinemascope (1953) disponeva di 4 piste magnetiche separate applicate sulla pellicola dove erano le immagini e con la configurazione canonica di tipo Surround L'esperienza pi? emozionante fu quindi l'introduzione del sistema 70 millimetri (o Todd-A-O che dir si voglia), che offriva immagini capaci di una stabilit?, luminosit? e definizione mai visti prima e quindi, logicamente, se avesse avuto una mera colonna in mono sarebbe stata una grave contraddizione! Il 70 mm ha sei piste magnetiche separate, cinque dietro lo schermo (Sinistro, Medio Sinistro, Centro, Medio Destro, Destro) ed uno diviso tra gli altoparlanti circondanti la sala (Surround), e, devo dire, ? stato uno di quei sistemi sonori che davano un bel filo da torcere alle normali colonne sonore ottiche, visto che una bella colonna sonora 70mm ha i canali totalmente separati e, nelle versioni pi? recenti, ognuno trattato con il riduttore di segnale Dolby A: prima di passare al digitale, questo sistema ? nettamente superiore a qualunque sistema analogico ottico (e, secondo me, se ha il Dolby SR, anche di un sistema digitale!)
Ma il il 70mm, a fronte di una stabilit? di immagine e luminosit? superiore al 35mm, putroppo ha di contro il costo elevato di stampa (a cui si sommano le spese per un pistaggio e registrazione della colonna sonora), vista la lunghezza eccessiva che un film in questo formato va a raggiungere.
In Italia questo standard ? andato lentamente a morire, anche per il fatto che da noi non esistono pi? stabilimenti di sviluppo e stampa in grado di trattare una pellicola 70mm, che deve essere per forza stampata all'estero, e poi mandata in Inghilterra per il pistaggio, analogico (sinistro, centro, destro, Surround). registrazione e sincronizzazione audio.

Mr Dolby
Un bel giorno, un tecnico proveniente dalla Ampex, un tale Ray Dolby, brevett? un sistema per minimizzare il rumore di fondo, che affliggeva le colonne sonore e che aumentava drasticamente ad ogni trascrizione seguente alla prima. Nacque il Dolby A, era il 1965, ed il primo film a beneficiare di questo sistema, anche se solamente durante le fasi di mixaggio e trascrizione della colonna sonora, fu Arancia Meccanica del compianto Stanley Kubrick. Mr Dolby, non contento, trov? il modo di usare la stereofonia nel cinema infilandola nella colonna ottica e, ancora non pago, sfrutt? questa stereofonia per codificarci dentro 4 canali (anche se non totalmente separati, poich? ognuno dipende dall'altro per la codifica) inventando cos? il Dolby Stereo. Il primo film a sfruttarlo fu Litzmania del 1975, ma il vero boom questo sistema lo ebbe con il film Guerre Stellari (1977), che lanci? il Dolby Stereo in tutto il mondo. Purtroppo il film, poich? all'epoca il sistema era ancora fresco e non si poteva ancora sospettare che sarebbe presto diventato uno standard, in Italia usc? con sonoro multicanale su banda magnetica (copie magnetiche pure, non Mag-ottiche, ovvero contenenti le due colonne, quella multicanale magnetica e quella ottica mono) 11 anni dopo, ovvero nel 1988, fu la volta del Dolby Stereo Spectral Recording, o Dolby SR, sistema con molta pi? dinamica del suo predecessore "A", in quanto il sistema di compressione/riduzione del rumore SR ricopre una gamma di frequenze assai pi? ampia, e si realizza l'introduzione di un quinto canale, il Subwoofer, che nel Dolby Stereo A era opzionale e nell'SR diventa obbligatorio. Il sistema e' stato utilizzato per la prima volta nel film Robocop, ma, essendo questo uscito in Italia in Dolby Stereo A, si e' dovuto attendere l'uscita del film Rattle & Hum perche' da noi si proiettasse un film in Dolby SR. In realt? il film su e con gli U2, era in questo formato poich? la pellicola era presentata in versione originale (e quindi anche la colonna sonora era la stessa dei Paesi con lingua anglofona), e si ? dovuto ulteriormente attendere un altro film, Black Rain - Pioggia Sporca di Ridley Scott, per avere il primo film doppiato in italiano codificato Dolby SR!

Il sonoro digitale entra nel cinema
Non ancora soddisfatti, i ricercatori del sonoro cinematografico tentarono varie soluzioni prima della solita Dolby, per fare diventare digitale anche il sonoro cinematografico, dopo l'introduzione del CD nelle nostre case.
Il primo esperimento tra tutti fu tentato dalla Kodak, che, in joint-venture con la Optical Radiation, propose una colonna sonora digitale che andava a sostituire la colonna ottica, rendendo incompatibile questo tipo di sonoro con la lettura tradizionale; si rendeva quindi necessario stampare due versioni di uno stesso film, una con colonna digitale ed una con colonna analogica standard. Un sistema escludeva quindi l'altro, in quanto il normale lettore analogico non era adatto alla lettura delle informazioni digitali del sistema Kodak, ed il lettore digitale, sviluppato dalla Optical Radiation, non poteva leggere il sonoro ottico standard.
Un altro interessante esperimento fu quello condotto dalla Kinoton, un'azienda tedesca che produce proiettori cinematografici professionali, a mio avviso superiori a qualunque altro, che con il suo L.C. Concept, che utilizza, come poi far? pi? avanti il DTS, un time code impresso sulla pellicola, che serve a sincronizzare le immagini con il sonoro contenuto in un normale CD, codificato Dolby Surround. In questo sistema furono stampati (a quanto ne so) ben 7 lungometraggi, anche di discreto successo, da Arizona Dream a Fino alla fine del mondo, a Basic Instinct. Se non altro questi sistemi hanno il merito di avere introdotto il concetto di suono digitale nel cinema, anche se contrariamente a quelli usati ad oggi i segnali non sono compressi. Sicuramente sono anche stati fonte di ispirazione per gli standard che si usano ora, visto che le somiglianze con il sistema Kinoton con il DTS e quelle del sistema Kodak con il Dolby Digital e l'SDDS non sono poche, compressione del segnale audio a parte.
Nel 1991, dopo interessanti esperimenti condotti dalla Dolby, che stamp? delle copie di prova del film Star Trek VI con sonoro Dolby Digital e le fece proiettare in alcuni cinema selezionati all'insaputa del pubblico, per testare le reazioni delle persone con un sonoro del genere, usc? il film Batman 2 - il ritorno, primo film ufficiale in Dolby Digital, purtroppo da noi uscito in un "semplice" Dolby SR. Il sistema non fa fatica ad affermarsi come standard, pur avendo alcuni problemi, legati non certo alla qualit? ma al deterioramento dell'area ove trova posto la traccia digitale ottica, ovvero tra una perforazione e l'altra, fatto comunque previsto dalla Dolby, in quanto il sistema, anche per questioni di compatibilit? all'indietro, contiene una traccia ottica analogica Dolby SR, su cui il decoder avr? cura di commutare automaticamente, in caso che il sistema di correzione degli errori abbia problemi, in quanto si trova di fronte ad una colonna digitale troppo consunta dai troppi passaggi nei cinema.
Nel 1992, e' la volta dell'introduzione del sonoro DTS, della Digital Theater System, che vede la luce, (e stavolta anche in italia) con l'uscita del film Jurassic Park, di Steven Spielberg. Il sistema proposto dalla DTS ha un vantaggio, rispetto a quello Dolby: la compressione a cui vengono sottoposti i segnali audio e' molto minore: 3,75 a 1 contro i 17 a 1 del sistema concorrente, che si traduce in una migliore definizione globale del segnale sonoro, una migliore direzionalit? dei suoni, una migliore ed estesa risposta in frequenza ed una dinamica pi? elevata. Il DTS sfrutta un CD-ROM opportunamente codificato contenente i segnali audio, che viaggia in sincrono con le immagini grazie ad un time code impresso tra la colonna sonora analogica e l'immagine che viene letto da un apposito congegno montato sul proiettore cinematografico. Tutti e due i sistemi (Dolby Digital e DTS) sono sistemi a 5.1 canali il che vuol dire sinistro, centro, destro, effetti sinistro, effetto destro, ed una pista dedicata al subwoofer (il .1).
Un ulteriore sistema, usato principalmente in molti film prodotti dalla Columbia Pictures, di propriet? della Sony, ? l'SDDS (Sony Dynamic Digital Sound), che sfrutta il sistema di compressione digitale ATRAC, lo stesso del Minidisc, e che ripropone lo stessa distribuzione sonora del Cinerama e altri standard a 7 canali, con l'aggiunta di un canale per il subwoofer: infatti ? l'unico, a presentare un totale di 7.1 canali, nella disposizione sinistro, medio sinistro,centro, medio destro, destro, surround sinistro, surround destro, pi? sub. La sua colonna, essendo ottica, ? stampata ed ospitata sui due estremi esterni della pellicola, e precisamente tra la perforazione e il bordo esterno di ciascun lato. Diversamente dalla colonna Dolby Digital, la colonna SDDS e' incisa nello strato del ciano, che ? l'ultimo strato colorato della pellicola. In pratica, eventuali graffi, per inficiare l'incisione SDDS, devono essere inferti alla pellicola molto profondamente. In questo caso, il processore passa alla lettura della seconda colonna, che ? di riserva alla prima, e solo in gravi casi (pellicola graffiatissima da ambo le parti), il controllo passa alla colonna analogica. Come ulteriore sicurezza, il Sony Dynamic Digital Sound ha la seconda striscia digitale sfasata di 17 fotogrammi rispetto alla prima, di modo che anche in presenza di una giunta che attraversi la pellicola da un lato all'altro, non si perde il sync con le immagini, diversamente da ci? che succede usando i sistemi digitali concorrenti. Di contro c'? solamente il fatto che il sistema fatica molto, almeno in Italia, ad affermarsi.
Oggi, dunque, una pellicola standard pu? arrivare ad ospitare 4 diverse colonne sonore: la canonica traccia ottica analogica, la traccia Dolby Digital, il time code per la traccia digitale DTS, e le tracce SDDS. Non ? raro trovare infatti film di importanza rilevante stampati in questo modo: la trilogia di Guerre stellari, nella sua versione restaurata e rimanipolata digitalmente, ? stata stampata in questo modo, per lo meno in lingua originale, visto che della traccia SDDS sulla stampa italiana non ce n'? traccia, in quanto i cinema attrezzati con questo sistema nel nostro paese si contano sulle dita di una mano! Recentemente, e proprio per il nuovo episodio della saga di Guerre Stellari, ? stato presentato il sistema Dolby EX, che aggiunge un ulteriore canale surround, il centrale, destinato alla parete posteriore del cinema, trasformando il Dolby Digital da 5.1 a 6.1 canali, semplicemente aggiungendo il decoder DA-20 ad un sistema Dolby Digital preesistente. La DTS non ? stata a guardare, e, nonostante il sistema permetta la codifica fino a 7.1 canali, (sono recentemente usciti, solo in america, film con DTS 6.1: Chicken's Run e Il Gladiatore sono solo due dei titoli pi? famosi) per non dover cambiare il sistema, costringendo tutti i cinema che ad oggi sono dotati di un normale decoder 5.1 (ma le colonne 6.1, sia DTS ES che DTS 6.1 discrete sono compatibili verso il basso) a cambiarlo con uno pi? evoluto, ha presentato anche lei un decoder aggiuntivo, il DTS-ES Extended Surround, che aggiunge il famigerato surround centrale anche per le colonne DTS, portando il sistema ad un totale di 6.1 canali, ed ? addirittura predisposto per l'aggiunta di un quarto canale surround, da posizionare sul soffitto del cinema, sopra chi ascolta! Tutti e due i decoder aggiuntivi, in realt?, funzionano a matrice... in pratica sono dei decoder pro-logic leggermente modificati!

Il Cinema oggi
Ad oggi sono ormai pochi i film che non hanno una colonna sonora almeno in stereo. L'introduzione dei sistemi digitale multicanale, ha portato in rapida discesa i prezzi che le societ? che si occupano del mixaggio del film praticano per quei programmi (televisivi, cinematografici, ma anche per Playstation, e via discorrendo) codificati in semplice Dolby analogico. Ormai si trovano anche parecchi programmi, e plug ins per programmi famosi (come Adobe Premiere, Cooledit, Cubase VST e Wavelab), che danno la possibilit? di creare colonne sonore in Dolby Surround con poco sforzo, anche a casa propria. Addirittura alcuni programmi, soft encoder, creano colonne in Dolby Digital fino a 5.1 canali! Quindi mixare una colonna in multicanale, con codifica matriciale o con colonna digitale discreta, non ? pi? cos? costoso come prima...

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