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LE GRANDI SCALATRICI

La storia dell'alpinismo è stata segnata anche dalle donne: da Marie Paradis, che nel 1808 arrivò in cima al Monte Bianco, a Lynn Hill, che su una delle pareti più difficili del mondo ha fatto nel '94 quello che nessuno più ha saputo ripetere.

Ecco le pioniere:

Marie Maradis non è mai stata alpinista, però fu la prima donna in cima al Monte Bianco. Nel 1808 lavorava in una locanda di Chamonix, come inserviente e fu coinvolta in questa impresa dai primi salitori (1786) della vetta più alta delle Alpi, Jacques Balmat e Michel Paccard. Non venne data una particolare importanza alla sua salita in quanto lei aveva raccontato di essere stata quasi trascinata su di peso.

Lucy Walker, nata nel 1835 in Inghilterra, figlia del grande alpinista Francis Walker, fu la prima donna a salire il Cervino lungo la cresta Hornli, il 22 luglio 1871. Cosa particolare: si levò la lunga e ingombrante gonna per procedere in sottoveste. E sempre per la prima volta, è stata lei a salire al Balmhorn nel 1864. Morì nel 1916.

Mary Gennaro Varale, nata nel 1865 a Marsiglia, fu tra le pioniere dell'alpinismo femminile italiano, una delle prime a superare il VI grado. Iniziò a scalare nel gruppo dell'Ortles-Cevedale. Tra le sue prime ascensioni assolute ci sono lo Spigolo Giallo (Cima Piccola di Lavaredo, 1933) e la diretta alla Sud-Ovest del Cimon della Pala, la parete Sud della Torre Orientale del Vayolet, la Cima dei Tre (Civetta-Moiazza), Punta Angelina (Grigne). Morì nel 1963.

Paula Wiesinger, nata nel 1907 a Bolzano, fu protagonista dell'era del VI grado. Una vera e propria fuoriclasse alpinista. Fu suo il primo tentativo alla Nord della Cima Grande di Lavaredo. Campionessa mondiale di discesa libera a Cortina nel 1932 e vinse 13 titoli di Campionessa d'Italia. Morì nel 2001.

Louloy Boulaz, nata nel 1909 a Ginevra, fu tra le scalatrici di successo degli anni 30-50, una tra le prime a praticare un alpinismo di notevole livello tecnico, spaziando dalle Alpi alle Himalaya, Caucaso, Goenlandia e Perù. Nel 1937 fu la prima donna a tentare la Nord dell'Eiger. Sulle Alpi fu la prima ad ascendere alle Grandes Jorasses, la seconda salita alla Nord dei Drus, della Cassin alla Nord-Est del Pizzo Badile a la prima femminile allo Sperone Walker. E per finire, nel 1959 partecipò alla prima spedizione di sole donne al Cho Oyu. Morì nel 1991.

Claude Kogan, nata nel 1919 a Parigi. Realizzò diverse scalate nelle Alpi, tra cui la Sud alla Noire de Peuterey. Nei primi anni degli anni '50, scalò nelle Alpi peruviane: seconda ascensione del Quitaraju con record mondiale d'altitudine per una cordata femminile, e cima del Salcantay, entrambe più di 6.000 metri. Poi, si diresse verso le vette dell'Himalaya: salì il Nun (1953 con 7.135 m.), il Ganesch (1955 con 7.406 m.), e poi tentò il suo prima Ottomila, il Cho Oyu (8153 m.) fermandosi a 7.700 m. Ma non si diede per vinta: nel '59 organizzò la prima spedizione di sole donne in Himalaya, ritornando all'attacco del Cho Oyu. Fu un'impresa che si concluse con l'insuccesso e la sua morte.

Gwen Moffat, nata nel 1924 in Inghilterra. Fu tra le più importanti scalatrici degli anni '60. Si aprì un varco tra i professionisti dell'alpinismo diventando la prima donna guida alpina in Inghilterra.

Wanda Rutkiewicz, polacca. Il primato femminile sulla seconda montagna della Terra appartiene a lei: nel 1986 con Liliane Barrad è la prima donna a salire il K2. Riuscì a sopravvivere alla tempesta cha l'aveva bloccata due notti di seguito, oltre gli 8.000 m., ma nel '92 muore sul Kangchenjunga (8.598 m.), che sarebbe stato il suo nono colosso.

Junko Tabei, giapponese. Il 16 maggio del 1975 è stata la prima donna sull'Everest (8.850 m.). Nel '92 è stata anche la prima ad aver salito le cime più alte dei sette continenti.

Chantal Mauduit, francese. Fu la prima donna in cima al Lhotse (8.511 m.), e la quarta sul K2, sei colossi himalaiani dal '92 al '97. Saliti sei 8.000, morì sul Dhaulagiri (8.167 m.) nel '98, a poco più di 30 anni.

Alison Hargreaves, nel maggio '95 è stata la prima donna a salire l'Everest senza far uso di bombole d'ossigeno e portatore e tre mesi dopo salì il K2. Raggiunse la cima, ma in discesa perse la vita con altri sei scalatori, spazzata via dal vento.

Catherine Destivelle, francese. Salì la Nord dell'Eiger in 17 ore e d'inverno e da sola. Dal freeclimbing passa sulle Alpi: Sperone Walker (Bianco) e la Nord del Cervino.

Lynn Hill, l'americana che è stata la prima a realizzare la salita in libera e in giornata della via "The Nose" su el Capitan, il monolito di granito più imponente al mondo nel '94.

Nives Meroi, l'italiana che salì sei Ottomila, senza ossigeno e portatori. Gli ultimi tre Ottomila in soli 20 giorni nel 2003.

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