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Speciale Arte & Cultura - Teatro Europa
Il TEATRO nella STORIA

Teatro CLASSICO. Comprende la rappresentazione teatrale antica greca e romana.
L'origine del Teatro occidentale è senza alcun dubbio riferibile alle forme drammatiche sorte nell'antica Grecia, così come sono di derivazione greca le parole teatro, scena, dramma, tragedia, coro, dialogo.
La tradizione attribuisce le prime forme di Teatro Greco a Théspis.
Nell’Italia meridionale intorno al IV secolo a. C., la Compagnia girovaga dei Fliaci è l’archetipo massimo della Commedia dell’Arte, in cui lo sberleffo e la situazione comica fan fare sane risate. Si spostavano in tutta la Magna Grecia, da Sibari a Taranto. Provenivano dalla Sicilia ed erano soliti muoversi su carri che fungevano anche da spazio scenico. Con loro nascono, le maschere comiche ed i movimenti grotteschi e palesemente enfatici, che daranno vita, nei secoli successivi, al Teatro Latino. Ma la vera espressione popolare fu individuata nelle rappresentazioni dette Atellane. Queste erano delle Commedie Satiriche d'impronta Osco-sannita recitate nel dialetto locale, e poi diffuse anche nel resto dell'Impero Romano. ► I Drammaturghi Latini

Teatro MEDIEVALE. Riferito al periodo del Medioevo con la nascita della Sacra rappresentazione.
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, sembrò che il Teatro fosse destinato a non esistere più.
La Chiesa cattolica, diffusa in tutta Europa, non apprezzava il Teatro e, addirittura, scomunicava gli Attori.
A questa situazione, però, sopravvissero i Giullari, eredi del Mimo e della farsa atellana che intrattenevano
la gente nelle città o nelle campagne con canti ed acrobazie. Nonostante le numerose restrizioni della Chiesa,
la Drammaturgia in Volgare si sviluppa proprio grazie ai Giullari, che cantavano e ballavano, liuti alla mano, dei più disparati argomenti: dall'amore spinto verso le donne agli sberleffi nei confronti dei potenti.
Accanto a questa forma pagana di rappresentazione, la Chiesa diede origine al Dramma religioso, per
mezzo del quale i fedeli, spesso analfabeti, apprendevano gli episodi cruciali delle Sacre scritture. Fiorisce così la Lauda Drammatica, che si evolverà poi nella Sacra rappresentazione e l'esempio di trasformazione lo si avrà grazie al religioso Iacopone da Todi. - Un capitolo a parte rispetto alla rappresentazione religiosa è costituito da quelle produzioni in versi latini note come Commedie Elegiache. La piccola fioritura di questo genere conobbe una notevole fortuna nella Storia Letteraria, per l'influenza sugli autori successivi in lingue volgari, in particolare sulla Novellistica Medievale e sulla Commedia Umanistica del Quattrocento.
I testi pervenuti oggi sono moltissimi e recano la firma di grandi nomi della Letteratura. ► Poeti Medievali

Teatro RINASCIMENTALE. Dal Rinascimento fino alle Maschere della Commedia dell'Arte
Il Rinascimento fu l'età d'oro del Teatro. Se in precedenza gli spettacoli erano di argomento religioso-popolare, la rinascita della cosiddetta Commedia all'antica, ossia del Teatro Classico greco-latino, avvenne per la prima volta a Ferrara, grazie al duca Ercole I d'Este, il quale promosse i volgarizzamenti delle commedie che, subito irradiarono, il modello teatrale ferrarese, nelle altre corti padane. Ludovico Sforza si convinse a costruire il primo Teatro a Milano, dopo aver assistito ad una rappresentazione in Ferrara. Nello stesso anno, 1493, il duca Ercole gli si recava in visita accompagnato da una squadra di attori, fra cui il giovanissimo Ludovico Ariosto. Nel 1600 si diffusero due nuovi stili, la Commedia dell'Arte ed il Melodramma, il secondo impose l'italiano come lingua principale del Teatro, tanto che nel '700, i musicisti stranieri usavano i librettisti italiani.
Un fenomeno originale, ora perpetuo, fu la nascita delle Maschere regionali, che si presentavano assieme ai costumi caratteristici durante l'epoca della Commedia dell'Arte. La Compagnia dei Gelosi, fu una delle più celebri e longeve compagnie teatrali. ► Poeti Rinascimentali - ► Maschere della Commedia dell'Arte

Teatro MODERNO. Comprende il periodo che va dal '700 alla fine dell'800
La situazione italiana dopo un lungo secolo di Commedia dell'Arte dedicò l'inizio di questo secolo all'analisi delle forme teatrali e la riconquista degli spazi scenici di una nuova drammaturgia che oltrepassasse le buffonerie del teatro all'improvviso. Per la commedia il confronto con il teatro dell'arte è subito conflittuale. Poiché in tutta Europa la commedia delle maschere è considerata la "commedia italiana" con i suoi pregi ma anche i difetti di una drammaturgia quasi assente e la poca cura dei testi rappresentati, spesso quasi mai pubblicati, il confronto con la commedia del resto d'Europa penalizza molto il teatro italiano.

Teatro CONTEMPORANEO. comprende le esperienze teatrali del Novecento fino ai giorni nostri.
Agli inizi del 900, prima dell'avvento del fascismo il teatro italiano era caratterizzato da uno spirito anarchico, individualistico e pessimistico. Le ingerenze però della censura fascista impedirono un originale sviluppo del Teatro che sino alla caduta della dittatura rimase fermo alle innovazioni teatrali dell'inizio del 900, al teatro Dannunziano e Pirandelliano, ambedue del resto legittimati dal fascismo. Ma ora questi temi non potevano essere affrontati con un regime dichiaratamente ottimista sulle sorti della società italiana dalla produzione teatrale che in realtà si paralizzò e si isterilì.
Ossequenti all'invito del Duce, durante tutto il periodo fascista, una congerie di compagnie filodrammatiche, si esercitò nella produzione di testi teatrali inneggianti al regime. Lo stesso Mussolini si avventurò nella scrittura di tre canovacci teatrali che il noto drammaturgo e regista Giovacchino Forzano completò e mise in scena naturalmente con grande successo.
Nel Secondo dopoguerra, nei teatri italiani non mancava invece il grande pubblico, quello affezionato al teatro di varietà che con le sue ricche scene, le musiche, la bellezza delle ballerine ma soprattutto le irriverenti battute degli attori comici, il cui copione si adattava in modo estemporaneo all'attualità immediata degli avvenimenti politici, rendendolo quasi impossibile controllarlo dalla censura, rappresentava veramente quel teatro di massa che avrebbe voluto il fascismo che in fondo però accettava di buon grado questa forma di spettacolo atta ad allontanare la sensibilità pubblica dai gravi avvenimenti che segnavano la politica del regime. Così nonostante l'opposizione alle lingue dialettali trionfava il teatro dialettale, le farse alla De Filippo.
La ricerca degli anni '60 e '70 tenta di liberare l'attore dalle tante regole della cultura in cui vive (seconda natura), per mettersi in contatto con la natura istintiva, quella natura capace di rispondere in modo efficiente e immediato. In questo percorso, il teatro entra in contatto con le discipline del teatro orientale.
Con le avanguardie italiane si assiste anche qui a uno "svecchiamento" del repertorio tradizionale, grazie al lavoro di Drammaturghi contemporanei come Eduardo De Filippo e Dario Fo, allo sperimentalismo di Carmelo Bene e Leo De Berardinis, al lavoro di grandi registi come Giorgio Strehler e Luchino Visconti.

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