Un fondamento costitutivo del Teatro Tradizionale è la separazione tra scena teatrale e pubblico.
Fin dagli inizi della storia del Teatro lo spazio della scena viene definito con precisione:
l'azione si svolge sul palcoscenico, la cui separazione è ribadita, da un certo momento in poi, con un sipario.
In tempi molto più recenti, a questa netta distinzione concorre anche l'abitudine di far buio in sala.
In quel loro spazio gli attori si muovono come se ci fosse una parete a separarli dal pubblico, il quale assiste alla vicenda dalla platea, senza potervi intervenire.
Lo spettacolo teatrale si svolge secondo regole autonome e gli spettatori vi possono essere coinvolti solo nel senso della "partecipazione emotiva", dell'identificazione nei personaggi. Attraverso l'immedesimazione lo spettatore vive emotivamente la storia: è come se vivesse un pezzo di vita non sua, in un mondo non suo. E tutta la rappresentazione è costruita in modo da favorire questo processo di coinvolgimento: chi assiste deve sentire quando avviene sulla scena "come se fosse vero". L'attore deve annullarsi nel suo personaggio, deve far dimenticare che egli sta recitando.
Il grande attore Non recita un personaggio, è il personaggio.
Questo tipo di rapporto tra pubblico e spazio scenico si manterrà sostanzialmente fino al nostro secolo.