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Scrittori e Poeti del Secondo 900

Vivi lo Speciale Itinerary dedicato agli Scrittori & Poeti del Secondo 900
Comprende i loro brevi ritratti e gli Itinerari proposti, nei principali Luoghi d'Italia, dove sono nati e vissuti.

Il cambiamento più evidente si ha tra le due correnti del primo 900 (l’ermetismo) e del secondo Novecento con il Neorealismo, un movimento filosofico tendente a rivalutare l’esistenza obiettiva del reale, che si concretizzò dopo la seconda guerra mondiale. Molti poeti, in un rinnovato clima politico, riaffermano il valore sociale della poesia e criticano il disimpegno dell'ermetismo. In questi anni di fronte a un'ampia fioritura della narrativa, la poesia si trovò spiazzata. Sarà Eugenio Montale a diventare il modello più seguito dai giovani autori.
Nel 1967 Montale è nominato senatore a vita e nel 1975 riceve il Premio Nobel per la Letteratura.
Durante il periodo Neorealista e soprattutto negli anni seguenti, la narrativa sperimenta forme e temi nuovi,
in una grande varietà di produzione in cui è difficile distinguere dei filoni. Tra gli scrittori noti, vi segnaliamo:
Alberto Moravia, la scrittrice Elsa Morante ed i siciliani Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con il romanzo "Il Gattopardo" e Leonardo Sciascia. Da ricordare l'importante affermazione nella Letteratura per ragazzi di Gianni Rodari, l'unico scrittore italiano ad aver vinto, nel 1970, il Premio Hans Christian Andersen.
Ed ancora Italo Calvino che con Ignazio Silone e Cesare Pavese sono i più noti esponenti del Neorealismo.
Per quanto riguarda la "Generazione 30", cioè quei letterati nati negli anni '30, che oggi vengano considerati appartenenti ad una generazione matura. Tra i narratori possiamo citare Alberto Bevilacqua e Dacia Maraini Tra i poeti Giovanni Raboni ed Alda Merini. In quegli anni la scelta dei dialetti risulta soprattutto difensiva o per opposizione contro la massificazione e poi la globalizzazione, come nel caso di Pier Paolo Pasolini. L'intersezione dei dialetti diventa, nel secondo Novecento, da un lato molto più affine al plurilinguismo colto, e basato magari sul rapporto anche con lingue morte, dall'altro, con Andrea Camilleri, il dialetto è intimamente integrato nel linguaggio in italiano e utilizzato nel discorso diretto e nelle citazioni di proverbi e modi di dire.
Nel 1963 nacque il Gruppo 63 che tentò un rinnovamento nel panorama piuttosto chiuso della Letteratura, ma il suo aristocratico distacco dal sentire comune ne fecero un movimento élitario, accusato di cerebralismo.
Uno dei maggiori esponenti fu Umberto Eco. Il Gruppo suscitò interesse negli ambienti critico-letterari anche per le polemiche che destò criticando autori all'epoca già "consacrati" quali: Carlo Cassola, Giorgio Bassani e Vasco Pratolini, ironicamente definiti "Liale", con riferimento a Liala, la celebre autrice di romanzi rosa.

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